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al testo di Marina Pacifici
E i cipressi dal quieto filare
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E' un mattino di calma e ricordi nella bruma che s'alza dal viale. La campana che intona gli accordi la dolcezza del sole autunnale.
E i cipressi dal quieto filare attendono i passi di chi torna presso i suoi cari un saluto e una preghiera a lasciare.
E' un mattino di nostalgia e rintocchi, la rugiada resta in pianto ancestrale. Da una foto un sorriso struggente la tristezza dei miei occhi viene a consolare.
Un mattino tu sai come tanti di rimpianto, amarezza e vuoto abissale. Da una lapide il silenzio commosso d'un fiore riporta radioso alla mente il volto perduto dell'amore.
A mio padre.
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Lorenzo Tosco
- 23/10/2018 11:15:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]
Davvero poesia di alto lignaggio sentimentale, la quale ti accompaggna in un malinconico cammino di memorie, nella sua totale acquiescenza che questo è il destino della vita ed occorre accettarlo con dolore ma con quiete e serenità, con la triste dolcezza del ricordo.
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Franca Colozzo
- 21/10/2018 23:29:00
[ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]
Bella e struggente questa tua poesia mi rammenta, portandomi indietro nel tempo, immagini simili. I cipressi, il lungo viale ed il vuoto che ti attanaglia lo stomaco come in una morsa. Non basta il pianto di chi soffre, non basta tanto dolore, né una foto a ricordare il volto della persona cara scomparsa. La dipartita di un genitore è un pozzo senza fondo in cui sembra di precipitare. Un saluto affettuoso. Buona notte.
P.S.: https://www.larecherche.it/public/testi/Poesia/upload_pdf_doc_txt/bastet_1_20170430151932_A%20mio%20padre.pdf
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